Grandine e freddo: Campania in ginocchio
Mastrocinque: Riconoscere stato di calamità e istituire piani di prevenzione

Ciliegie, vigneti, castagne, nocciole, cereali, foraggi e anche tabacco. Le bizze climatiche delle ultime settimane e la grandine dei giorni scorsi sarà pagata a caro prezzo dal comparto agricolo campano. Da quanto emerge dal monitoraggio della Cia-Agricoltori Italiani,  la produzione di ciliegie registrerà un calo di produzione di oltre il 60 per cento. In queste condizioni è infatti difficile anche solo trapiantare le piante da orto. Non solo, temperature umide e grandine hanno fortemente indebolito anche i vigneti, più esposti a eccessi di funghi dannosi per il ciclo produttivo. Stesso discorso per l’ovicoltura, che già negli scorsi anni ha fatto registrare nella in Irpinia un calo del 60-70%. Anche i cereali e i foraggi avrebbero bisogno di sole per recuperare parte del raccolto. Al momento si stima una perdita di circa il 30 per cento.

“Ci sono danni per milioni di euro – afferma Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania – chiediamo alla Regione Campania di attivare tutti gli strumenti necessari per far fronte alla situazione che si è creata, altrimenti intere aziende con le loro famiglie saranno al collasso economico. Ci sono tutti gli estremi per riconoscere lo stato di calamità”.

Lo scenario è reso ancora più complesso anche dalla difficoltà che, per il clima, sta attraversando il comparto del tabacco. “Se continuerà così – aggiunge Mastrocinque – non sarà possibile piantare il tabacco perdendo un intero anno di produzione”.

Cia Campania invita le istituzioni regionali e nazionali a riflettere anche sulla necessità della creazione di piano di prevenzione, elaborato in partnership con università e centri di ricerca. I cambiamenti climatici non sono più un eccezione, certe ciclicità si sono trasformate e occorre attrezzarsi per non subirle.