Terra dei Fuochi? Così le parole della politica danneggiano la filiera agricola  Mastrocinque: Basta polemiche sulla pelle degli agricoltori  

 

Non si soffi sul fuoco della propaganda mettendo nuovamente a repentaglio l’immagine del territorio e dell’agricoltura campana. Gli agricoltori vivono della reputazione della loro terra e far subire alla nostra terra le speculazioni degli scorsi anni sarebbe un atto di autolesionismo che non solo la Campania ma l’Italia intera non merita”. Così Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania commenta le polemiche che in questi giorni si sono succedute sulla questione dei termovalorizzatori e sul conseguente ritorno alla formula della “Terra dei Fuochi”.

Certe prese di posizione rischiano di trasformarsi in un boomerang. Gli agricoltori, in quanto custodi del territorio, sono i primi a essere preoccupati della salubrità dell’ambiente e della salute delle persone, proprio per questo sono molto sensibili a che le diatribe politiche non travolgano la realtà di chi il territorio lo conosce e lo difende. “Noi ci atteniamo ai fatti – osserva Mastrocinque – e ricordiamo che solo l’anno scorso l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno ha presentato i risultati di una ricerca effettuata su 10mila aziende del settore agroalimentare campano e che il 99,98% ha superato i test dell’Istituto”. Su circa 30mila campionamenti, effettuati presso 10mila aziende dell’agroalimentare sull’intero territorio della Campania per la ricerca di contaminanti chimici e microbiologici potenzialmente dannosi per la salute del consumatore, sono emersi solo 6 casi di positività. Come è noto, la Campania è anche l’unica Regione in Italia a disporre di un sistema di un sistema di certificazione delle produzioni agroalimentari locali grazie al quale il consumatore può facilmente verificare sicurezza e tracciabilità dei prodotti messi in commercio mediante la lettura del codice con lo smartphone, ovvero del Qr-code Campania. I prodotti agricoli campani sono tra i più controllati al mondo.

Nessuno nega che vi sia un problema di smaltimento dei rifiuti e che vada affrontato con ogni mezzo tecnologicamente e culturalmente appropriato, dai termovalorizzatori alle politiche attive per aumentare la soglia della differenziata. Ma su queste politiche non ha alcun senso fare propaganda.

L’ultima volta le imprese agricole hanno accusato un danno di oltre 500 milioni di euro in due anni. La campagna mediatica Terra dei fuochi determinò danni alla filiera agroalimentare di tutto il territorio ragionale con forti speculazioni sui prezzi e stimati, infatti, in 300 milioni di euro nel 2014 e 200 milioni nel 2015.

Evitiamo di alimentare una visione distorta di questo territorio” conclude Mastrocinque. “Come ha ricordato il presidente della Regine Campania Vincenzo De Luca, ci sono casi di roghi di rifiuti in molte città d’Italia a cominciare dal Nord. Perché non si è fatta la stessa operazione anche in quei casi? Campagne mediatiche hanno quasi affossato la filiera agroalimentare della Campania, si eviti di tornare sui medesimi errori. Si abbia più rispetto per gli agricoltori e per la verità”.