Pesca e acquacoltura motori della Blu Economy, Fusco: PescAgri indica la rotta

La pesca e l’acquacoltura sono gli asset produttivi su cui sarà possibile costruire la nuova impalcatura della crescita e dello sviluppo del Mediterraneo. Lo sa bene PescAgri, l’associazione di Cia Agricoltori Italiani nata lo scorso luglio e in fase di radicamento su tutte le marinerie italiane. Trasformazione, valorizzazione e commercializzazione del pescato rappresentano il paradigma della strategia illustrata dalla segretaria nazionale Marilena Fusco, pronta a tradurre il potenziale tutto inespresso del comparto in motore della svolta green attesa a livello internazionale.

Segretaria Fusco, come nasce PescAgri?

“L’associazione nasce nel luglio 2020 da una esigenza di Cia Agricoltori Italiani di occuparsi in modo collaborativo del settore ittico e dell’acquacoltura. PescAgri Cia è partita ufficialmente a settembre, quando ho ottenuto l’incarico di segretario nazionale, nonostante le innumerevoli difficoltà legate al Covid. In otto mesi sono stati fatti passi da gigante, con visite e un interessamento complessivo che ha riguardato più della metà delle Regioni italiane. Oggi possiamo affermare che sono quasi tutte presenti ai tavoli istituzionali ministeriali, così come possiamo sottolineare il grande apporto offerto dalla sede Cia di Bruxelles, il centro nevralgico dei finanziamenti europei. Una sede che non sarà più riferimento soltanto ci Cia ma anche di PescAgri”.

Qual è l’obiettivo dell’associazione?

“Il nostro obiettivo è quello di garantire una presenza nel settore, che come tutti gli altri, sta vivendo un momento drammatico a causa delle pandemia. L’associazione vuole essere presente con operatori nel settore della pesca e dell’acquacoltura, per un affiancamento sulla formazione e l’informazione, e valorizzare al meglio il comparto. Le marinerie oggi lamentano una carenza di rapporti diretti con chi dovrebbe curare gli aspetti legati alle opportunità dei bandi e di assistenza al settore. L’interlocutore dell’associazione oggi non si reca più come una volta ad incontrare il pescatore sulla banchina. A tal proposito vogliamo offrire un desk con persone pronte ad accompagnare a chi lo richiede, percorsi su bandi e forme di finanziamento, possibilità di attingere a contributi, illustrando con parole semplici l’iter burocratico per accedere”.

PescAgri sarà un valore aggiunto nella grande rete di Cia- Agricoltori Italiani.

“Infatti PescAgri può contare sui servizi già riconosciuti su tutti gli sportelli Cia, che quindi saranno estesi al settore ittico e dell’acquacoltura. Siamo presenti in tutte le regioni: non solo sui territori che si affacciano al mare, ma riteniamo che il settore dell’acquacoltura possa essere una grande risorsa per i giovani, che potranno esplorare le potenzialità legate all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione. Stiamo lavorando per trovare misure alternative a quello che c’è oggi nel settore”.

La trasformazione è un orizzonte inedito per il comparto ittico italiano.

“Vogliamo ottimizzare la produzione in tutti i suoi aspetti. L’eccesso di pescato spesso incide sull’abbassamento dei prezzi, ovvero in un impoverimento dei pescatori; ma se guardassimo alla trasformazione avremmo la possibilità di innescare nuove economie e creare posti di lavoro. Senza contare che riusciremmo a tenere invariati i prezzi. A tale proposito l’obiettivo è formare le persone e a catturare l’attenzione dei giovani rispetto a queste nuove opportunità. Senza contare che la pesca e l’acquacoltura guidano la battaglia ambientalista e la politica della blu economy tanto citata dall’Europa”.

La sostenibilità indicata dal settore ittico abbraccia anche una valorizzazione in chiave turistica delle marinerie.

“Il turismo enogastronomico rientra nei nostri obiettivi strategici. Quando sarà garantita la sicurezza sanitaria del Paese, che per il momento ha la precedenza, puntiamo al ripristino degli eventi, per promuovere e valorizzare le tradizioni dei luoghi. PescAgri accenderà i riflettori sul pescaturismo e ittiturismo, quindi sulle tipicità e su quei luoghi ancora sconosciuti ai grandi flussi turistici, che sono la vera ricchezza del Paese. Immaginiamo degustazioni di prodotti, che insieme all’agroalimentare sono la vera cifra del Made in Italy. Lavoriamo alla creazione di un grande evento nazionale, in cui ogni regione sarà chiamata a mettere in mostra le eccellenze del settore ittico, insieme all’olio e al vino”.