Accordo Intesa Sanpaolo con Mipaaf: 6 miliardi in 3 anni per export e innovazione per Pmi agricole

carlo-messina-intesa-sanpaolo-151201152006Un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni per incentivare gli investimenti in innovazione, agevolare l’export, supportare i processi in internazionalizzazione e favorire gli interventi di ricambio generazionale e di formazione delle risorse. È quanto reso disponibile da Intesa Sanpaolo per le imprese agroalimentari italiane, in virtù dell’accordo nazionale siglato a gennaio con il ministero per le Politiche agricole e presentato questa mattina agli operatori lombardi – per i quali saranno messi a disposizione 1,2 miliardi di euro nell’arco di un triennio – presso il centro congressi di piazza Belgioioso, alla presenza del ceo Carlo Messina e del ministro Maurizio Martina. “L’anno scorso abbiamo erogato in questo settore un miliardo e settecento milioni. Parlo di medio e lungo termine. Abbiamo un’aspettativa che è superiore ai due miliardi quest’anno e abbiamo già dichiarato di aver erogato più di 200 milioni, di fatto, in questo primo trimestre, che ancora si deve però concludere“, spiega a margine dell’incontro Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori dell’istituto di credito, dopo aver illustrato come l’accordo comprenda il credito, la valutazione dell’impresa agricola, la realizzazione di un’indagine conoscitiva attraverso un questionario consegnato alle aziende e il sostegno alla formazione degli imprenditori.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa anche quello di facilitare l’utilizzo dei fondi comunitari previsti dai Piani di sviluppo rurali per il periodo 2014-2020, che assegnano a loro volta alla Lombardia risorse per 1,2 miliardi di euro. Nella stessa regione, si è sottolineato, l’insieme delle azioni incluse nell’accordo tra Mipaaf e Intesa Sanpaolo potrebbe potenzialmente generare 3,5 miliardi di nuovi investimenti. “Sicuramente l’agroalimentare è un settore importante, noi già oggi esprimiamo una quota di mercato importante in questo settore, il 13%, e sappiamo che interagendo in modo più approfondito con gli imprenditori e con gli stakeholder del sistema, il ministero piuttosto che le associazioni, possiamo rappresentare un’ulteriore e importante pilastro anche i questo settore, ben più di quanto le quote di mercato oggi esprimano“, conclude Barrese