Avolio, il sindacalista della terra che liberò i contadini (di Alessandro Mastrocinque – Pubblicato sul MATTINO 1 maggio 2017)

Il presidente di Cia Campania Alessandro Mastrocinque ricorda sulle pagine del MATTINO la Giuseppe Avolio, fondatore di CIA – Confederazione Italiana degli Agricoltori  [pubblicato sul Mattino il 1 maggio 2017] 

Se l’Europa non morirà sotto i colpi di populisti e burocrati sarà grazie a uomini che sono riusciti a darle anima e radici. Uomini come Giuseppe Avolio che, da Afragola, seppe farsi interprete e guida non solo della trasformazione del mondo rurale italiano, ma anche di quello europeo e mediterraneo. È per questo che la Già Confederazione Italiana Agricoltori ha deciso di inaugurare lo scorso 27 aprile la celebrazione del suo 40esimo anniversario ricordando il suo fondatore partendo da Bruxelles e continuerà con altre iniziative m collaborazione con il Comune diAfragola, paese nano di Poppino Avolio. Difensore dei braccianti nell’Italia dei latifondi, Avolio riuscì a far dialogare tutte le rappresentanze agricole delle sinistre riunendole nel 1977 nella Cic – Confederazione Italiana Coltivatori (poi divenuta Cia) e, assoluta novità per l’epoca, inquadrò da subito in una dimensione europea le lotte per i diritti degli agricoltori e delle piccole imprese. Tant’è che la Cic è stata la prima associazione italiana di categoria ad avere una sede a Bruxelles.

Per Avolio l’agricoltura poteva e doveva assumere il ruolo di strumento diplomatico per la costruzione di relazioni pacifìche tra popoli, e non per ragioni utopiche ma per il semplice fatto che è economicamente più vantaggioso per tutti sviluppare e mantenere buone relazioni tra gli Stati che mettere in piedi barriere diprotezione alla fine inutili». Vulcanico e trascinatore, ideò e portò avanti battaglie diventate poi patrimonio comune del mondo agricolo anche come deputato Psi e Psiup. Fu protagonista in prima linea nella battaglia per la terra ai contadini nella Piana del Sele, insieme a Silvano Levrero e Pino Lanocita, con indimenticabili comizi nella piazza di Eboli nei giorni difficili dell’approvazione della riforma agraria del governo De Gasperi. Le sue battaglie sindacali non si fermarono a quegli anni della ricostruzione anche dell’agricoltura meridionale sottratta all’ipoteca del latifondo ma proseguirono con quelle sulla qualità dei prodotti agricoli: negli anni ’80 fu stato il primo a denunciare la politica agricola delle “quote” (la Comunità economia europea dava un aiuto alle aziende a condizione che non superassero una quota stabilita) in favore di un agricoltura di qualità in un mercato libero. Una lotta coronata dal successo: nel 1992 l’UE adotta la riforma MacSharry e inizia a cambiare politica. Fu il promotore dell”‘autocertificazione” dei prodotti agricoli e fu il primo a parlare di “Km zero”.

Oltre che m Europa, Avolio fu protagonista anche nell’area mediterranea. Nel 1991 si fece promotore del Comitato Mediterraneo della Federazione Intemazionale dei Produttori Agricoli (Pipa) e, da presidente, contribuì a creare un’area dilibero scambio dei prodotti agricoli traisraele, Libano, Egitto, Libia, Tunisia, Marocco e, in via diretta, facilitò anche la soluzione del conflitto arabo-israeliano. Di antica famiglia socialista, fu grande amico di Sandro Pertini e Giorgio Napolitano. Il giorno della usa scomparsa, nel novembre del 2006, Napolitano cancellò il suo incontro con il Presidente degli Stati Uniti per tributare il suo ultimo saluto a un «uomo che attraverso l’agricoltura ha sempre lottato per l’affermazione della giustizia, della libertà e dell’uguaglianza»

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